La manutenzione degli ascensori è un obbligo stabilito dalla legge, almeno per quel che riguarda le operazioni ordinarie. Ciò significa che un impianto non va utilizzato se non esistono precedenti accordi con una ditta abilitata a intervenire. Ma quali sono dunque i punti chiave che devono necessariamente esser presenti ed esplicitati nel contratto di manutenzione ascensori?  

OGGETTO E SCOPO DELLA MANUTENZIONE

Nell’oggetto del contratto è importante che sia specificata la tipologia di manutenzione che sarà garantita dal periodo del contratto stesso. Oltre ad essa, è necessario siano specificate anche tutte le prestazioni effettivamente fornite.

In Italia i modelli contrattuali per la manutenzione degli ascensori sono di tre tipologie fondamentali:

• manutenzione ordinaria o semplice, quella che include le normali operazioni di manutenzione preventiva richieste dalla legge, come le visite di manutenzione preventiva e le visite semestrali. Talvolta sono inserite anche le chiamate per guasto durante il normale orario di lavoro. Proprio per questo si afferma come la tipologia contrattuale più diffusa;
• manutenzione semicompleta e/o semitotale, che può includere anche interventi di riparazione con pezzi di ricambio e materiali di consumo oltre alle prestazioni tipiche della manutenzione semplice;
• manutenzione completa o totale, un servizio completo di ogni prestazione connessa all’ascensore, compresi gli interventi di riparazione e le sostituzioni di componenti importanti dell’impianto.

DESCRIZIONE DEI LAVORI

Nella sezione dedicata alla descrizione dei lavori è importante che siano descritte dettagliatamente le operazioni previste, quelle cioè riportate nel piano di manutenzione creato di tutto punto per l’impianto in questione. Esso infatti sarà strutturato tenendo conto delle caratteristiche dell’impianto, della sua anzianità o meno, delle condizioni di utilizzo, delle indicazioni riportate nel libretto di uso e manutenzione.

DURATA

La durata di un contratto di manutenzione viene concordata tra le parti, liberamente, anche se solitamente si consiglia un contratto triennale. Nell’arco del triennio sarà infatti possibile responsabilizzare maggiormente il manutentore, garantendo così una più efficiente manutenzione preventiva. Le operazioni volte al miglioramento della funzionalità e della sicurezza, infatti, non sono mai abbastanza. In questi 3 anni sarà compresa anche una verifica periodica. Realizzata da parte di un ente terzo, essa aiuterà il proprietario a valutare, almeno indirettamente, l’operato del manutentore.